OLTRE MAYA

Questo progetto esplora la profonda ricerca della vera realtà oltre il "Velo di Maya", ispirato alla filosofia di Schopenhauer. La ricerca è di riscoprire i valori autentici, trascesi dalle illusioni, nella connessione genuina con il mondo.



"OLTRE MAYA" esplora una ricerca profonda che coinvolge sentimenti, emozioni e spiritualità, legata alla percezione del mondo circostante da parte dell'uomo. Per questo progetto mi sono ispirata all'interpretazione filosofica di Schopenhauer del concetto del "Velo di Maya".

Secondo la filosofia induista, il "Velo di Maya" è l'illusione o l'inganno che nasconde la vera natura della realtà all'umanità. Questa teoria afferma che l'uomo non vive una realtà autentica, bensì una costruzione fasulla influenzata da rappresentazioni sociali e culturali. Al di là del "Velo di Maya", esiste la connessione genuina con il mondo, che permette di percepire la realtà nella sua essenza; per realizzare questo progetto, ho cercato quindi di immaginare come sarebbe la realtà oltre il velo.

L'obiettivo di questo lavoro è stato quello di far emergere i valori essenziali e vitali, che si dirigono verso la spontaneità della natura, la contemplazione delle semplici e sincere bellezze della vita, abbandonando l'artificiale e cercando l'ascesi. Si tratta di esplorare la realtà senza rappresentazioni e di valorizzare ciò che il mondo ci offre nella sua forma più incontaminata.

Ingannati dalla volontà e imprigionati nelle insaziabili necessità della materia, ci troviamo subordinati a un desiderio che non è nostro, nati in un mondo sconosciuto, intrappolati in una vita celata dalla verità. La realtà, priva di illusioni, sfugge alla percezione dell’occhio umano, e l’umanità vive nell’oscurità, con occhi velati da un velo intrinseco alla nostra esistenza; il “Velo di Maya” è un concetto che tocca tutti, ci spinge verso una volontà irrazionale di affermare la nostra presenza nel mondo attraverso l’ego, la materia e le superflue necessità.

Al di là di questo velo si cela un mondo del tutto ignoto, uno strappo salvifico che rivela la dimensione della pace e della vera realtà. Dietro il velo, emerge una realtà dominata dal “qui e ora”, un presente che si crea incessantemente e un mondo che si afferma nella sua forma più pura. L’atto di strappare il velo è un risveglio per l’anima, un ritrovamento dello spirito.

Il mondo, celato da Maya, è composto da molteplici sfaccettature, tra le quali si annida il dolore. Quest’ultimo nascosto da un ottimismo tossico della nostra cultura, che nega la sua intrinseca connessione con la vita, così come accade per la gioia. Il velo impedisce di raggiungere la nostra vera essenza, trascinandoci in una ricerca di piaceri momentanei legati alla soddisfazione di bisogni effimeri. La società ci induce a perseguire queste illusioni, simulando una realtà nella quale gli strumenti emotivi possono non essere necessari, portando un declino spirituale.

L’uomo sta perdendo la connessione con la natura autentica e il vero mondo, che oscilla tra mistero e sublime. Strappando il Velo di Maya, possiamo ricreare un mondo fatto di ascesi, di silenzio e sinfonie, di danze nella luce, di emozioni suscitate dal sentire con i propri sensi. Possiamo percepire il mondo per come è nato e non per come è diventato, dove invece abitano le nostre illusioni. Vivere percependo in maniera più vicina ciò che abbiamo ma che comunemente non ammiriamo, la nostra cultura e società ci ha portato al distacco da questo vivere, la vita pare superficiale e schematica in un sistema vuoto di senso di spirito.

Oltre il Velo di Maya, vivremmo il viaggio dell’anima come parte integrante di noi, che ci permette di sentire l'aurea vitale di quello che abitiamo, attorno a noi e con noi, condividendo con amore il nostro singolo sentire. Sentiremmo il dolore senza averne paura e percepiremmo la gioia agli estremi della gratitudine, aprendoci la possibilità di poter indagare sull'esistenza più autentica, interiore ed esteriore.

“Immaginando di strappare il velo dai nostri occhi, cosa vedremmo?”

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