Digital Resurrection
La fotografia di ritratto riesce a dissotterrare l’essenza intima e nascosta di un individuo, è percezione e comunicazione visiva dell'essere, è tranche-de-vie per attivare ricordi e idee e per suggerire le ipotesi di tempo manipolato e allargato. Oggi il computer è luogo di costruzione e ricostruzione dell’identità dove il sé è multiplo, fluido. Una rivoluzione silenziosa che entra dentro l’anima, la forgia a nuova vita, ridefinendo le coordinate antropologiche del genere umano.
Digital Resurrection è una riflessione sui confini dell’identità, una sorta di archivio del futuro in dialogo con un archivio del passato.
Il lavoro è un'installazione costituita da 50 ritratti di famiglia da me collezionati nel corso degli anni e di cui ho deciso di esporne il retro, dove tracce ed echi esistono in un palinsesto, un accumulo di segni e strati che nascondono e rivelano, dove il tempo viene trattenuto in modo concreto e l'opera raggiunge un peso e una sostanza fisica; e una proiezione olografica che raccoglie centinaia di identità fittizie, ricreate con un software che lavora con algoritimi generativi, che sospende il tempo e lo spazio.